venerdì 9 marzo 2012

NAPOLI, NASCE PROSUD, FONDAZIONE PER LA PREVENZIONE E LA RICERCA ONCOLOGICA


Martedì 13 marzo alle ore 11,00 presso la sede dell’Unione Industriali (Piazza dei Martiri, 58) si terrà la conferenza stampa di presentazione di Prosud, fondazione per la prevenzione e la ricerca oncologica nel Sud Italia. All’incontro interverranno: il presidente della Fondazione, professor Vincenzo Mirone, l’avvocato Antonio Mancino, il professor Aldo Masullo, il professore Gerardo Marotta e il presidente della commissione Sanità dell’Unione Industriali di Napoli, Giovanni Severino.
La neonata Onlus, nata grazie anche alla generosa donazione dei coniugi Aldo e Maria Iacometti, si propone di promuovere e sostenere, nel Meridione d’Italia, lo sviluppo della ricerca scientifica e clinica nel settore oncologico, con particolare riguardo alle problematiche del tumore alla prostata. È dimostrato infatti che nel Sud del paese esiste ancora oggi una scarsa cultura della prevenzione, rispetto alla popolazione del Nord Italia. I dati, inoltre, attestano un forte gap qualitativo in termini assistenziali tra Mezzogiorno e Settentrione, esemplificato dalla ridotta disponibilità di tecnologie di ultima generazione. Dunque, un quadro fortemente svantaggiato, che produce come conseguenza una più alta incidenza letale di neoplasie nelle regioni meridionali e una consistente migrazione sanitaria verso le più attrezzate strutture del Centro Nord. Prosud, dunque, secondo i suoi fondatori, è la risposta operativa al divario tra le due metà del paese: una fondazione del Sud per il Sud.
Sull’esigenza di acquisire strumenti tecnologici all’avanguardia, il professor Mirone dichiara: «Occorre portare la chirurgia robotica prostatica nelle nostre strutture ospedaliere pubbliche, non solo per consentire un’assistenza più appropriata ai nostri pazienti, ma anche per migliorare, in termini qualitativi e quantitativi, la formazione dei nostri specializzandi. Il sistema robotico Da Vinci, ad esempio, incrementerebbe l’attività operatoria e ridurrebbe l’ospedalizzazione e le complicanze. Diminuirebbe, inoltre, il triste fenomeno della migrazione sanitaria».

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