Chi fa educazione non può non interrogarsi con metodo, costanza e onestà intellettuale su tutti i temi che interpellano l’educatore. La comprensione di fenomeni complessi, l'approfondimento dei diversi profili, la riflessione sono un dovere del singolo educatore, delle comunità nei singoli Gruppi, dell'Associazione nella sua dimensione nazionale.
All'insegna quindi di tre verbi - conoscere, comprendere, agire – è stato avviato in Agesci un passo di studio sul tema dell’omosessualità. Lo abbiamo fatto con il convegno del 12.11.2011, ascoltando tre relatori e avviando una riflessione aperta e non discriminatoria, in linea col metodo scout che allena a conoscere, ad accogliere, a valorizzare le persone, a essere testimoni del messaggio cristiano.
Abbiamo pubblicato gli atti di quel convegno, che invitiamo tutti a leggere e ad approfondire.
Come già indicato, si tratta di atti del convegno. Ogni sintesi forzata, o attribuzione agli atti del convegno della natura di linee guida, è dunque impropria e fuorviante. La riflessione dell’Associazione sul tema dell’omosessualità prosegue.
La sintesi che costruiremo riguarderà naturalmente le linee educative, senza pretesa di giudizio sulla persona in sé.
Ci stiamo confrontando su questo tema come abbiamo sempre fatto sugli altri grandi temi che interrogano i giovani e chi si occupa di loro, a partire anche da seminari e convegni: l'educazione alla legalità, le forme di dipendenza, prepararsi alla vita adulta, alla curiosità verso il nuovo senza rinunciare alle radici, alla partecipazione politica, alla responsabilità in tutte le sfere della vita.
E questo, a supporto dell’impegno quotidiano degli educatori scout – ai quali va il nostro grazie - che si occupano con spirito di servizio di aiutare la crescita di bambini, adolescenti e giovani, anche in contesti di frontiera e socialmente difficili.
Su questi argomenti reali, piuttosto che su ipotesi mal fondate, ci sarebbe molto da scrivere e ci si potrebbe serenamente confrontare. Conoscere, comprendere, agire di conseguenza, è il percorso che usiamo.
Cerchiamo di seguirlo e, con faticosa coerenza, di testimoniarlo. Ai ragazzi che ci sono affidati in primo luogo. E poi anche a tutti i nostri interlocutori che ci osservano, che spesso ci stimolano, che talvolta legittimamente non la pensano come noi, che in qualche caso ci giudicano senza aver coniugato quei tre verbi.
I Presidenti del Comitato nazionale
Marilina Laforgia e Matteo Spanò
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